...Ma adocchiando le sue piccole grazie io ebbi semplicemente l’idea più lampante di quante abbia mai avuto, l’idea che dovevo immergere il mio essere solitario (“Un omaccione triste solitario” ecco cosa mi disse appena una sera dopo, sorprendendomi d’un tratto sulla sedia) nel caldo bagno e nella salvazione delle sue cosce - le intimità di giovani amanti a letto, distesi faccia a faccia, occhio nell’occhio, petto sul petto nudo, organo nell’organo, ginocchio contro ginocchio tremante, pelle d’oca, scambiarsi gesti esistenziali e d’amore in cambio di quell’impeto di farla - “farla,” grande espressione di lei, vedo i dentini sporti in fuori fra le piccole labbra rosse mentre dice “farla” - la chiave del dolore - lei sedeva nell’angolo, presso la finestra, di lì a poco sarebbe stata “separata” o “disciolta” o “preparata a staccarsi da questo gruppo” per sue buone ragioni. Andai nel suo angolo, puntellandomi al muro, ma non mi inchinai, tentai una muta comunicazione e poi parole pacate (adatte alla serata) parole da Riva Nord: “Cosa legge?” e per la prima volta lei apri la bocca e mi parlò comunicandomi un pensiero intero: se proprio non dirò che mi cadde il cuore, ammetto che mi chiesi quando e dove avevo sentito quel modo di parlare buffo, da intellettuale, parte Riva Nord, parte modello I. Magnin, parte Berkeley, parte alta borghesia, una cosa così, un misto di langue e di birignao, con parole che non avevo mai sentito prima se non da certe, poche, ragazze, naturalmente bianche, ed eccentriche per giunta, anche Adam se ne era accorto subito e commentò la cosa con me quella notte - ma non c’eran dubbi: quello è il modo di parlare della nuova generazione bop....
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manco la notte c'e' piu'! M
Buongiorno Malensa ;)
Non so. Credo che si ostenti molto. Si, credo che l'ostentazione abbia rovinato molte cose. Buongiorno a te!
Tu cinica, può essere... di certo non ho l'occhio di vetro, ma di ghiaccio! Forse non arrivo a guardare lontano, ma mi sciolgo e mi amalgamo con ciò che vedo :)
Ossia quel crogiuolo tanto effimero e blasfemo quanto magico e seduttivo. Ritmato, sincopato e come nella prefazione si dice - violentato.
Senza indugi, senza falsi miti, senza - appunto - ostentazione. Scevro da ogni macchinazione, alieno, lascivo. Ma altrettanto profondo e vissuto. All'aria aperta, faccia contro faccia. A suon di jazz e di quel ritmo atavico che si chiama libertà.
Ora, come ti dicevo, vedo solo ostentazione. Perche' non ritrovo piu' il coraggio (fra la gente che frequento o solo interrogo) si arrivarci al sottosuolo.
Vedo etichette ed autoetichette che fanno trend.
Sono pazzo/a (in barba a chi sta male davvero), sono nessuno, sono un'ombra, sono schizofrenico ... ma le palle di discendere nel fondo del fondo dell'universo solo per passione, per cibarsi di un accento diverso, di un'apostrofo nel fango, dell'odorato per non perdersi, no!
Vedo solo superficie. Chilometri di superficie alla quale si cerca di dare una profondità della quale invece si ha paura.
< le palle di discendere nel fondo del fondo dell'universo solo per passione, per cibarsi di un
accento diverso, di un apostrofo nel fango, dell'odorato per non perdersi> che aggiungere a queste parole??
Forse viziati, forse senza stimoli, o una generazione di cervelli insipidi figli delle etichette. Non amo il termine etichetta, ogni uno di noi ha il suo stile, il suo modo di essere e fin qua tutto bene... cambia è quando si vuole seguire esempi che non siamo "noi" ma si inseguono le insegne luminose come stupidi insetti che accecati dalla luce non trovano senso alla profondità... vedono tutto e solo in superficie... e questo non vuol dire che il sottosuolo non ci sia!
Ho trovato un attimo per provare a rispondere a questo profondo commento ;)
Sogno, quanto mi piacciono i tuoi discorsi seri, te lo dissi???