Un tempo disprezzavo gli spumanti, li associavo tutti al vino zuccherato da panettone per intenderci, poi ad un corso mi hanno insegnato ad apprezzarli (quelli buoni per lo meno), ad osservare il
perlage, il colore, i sentori e il Franciacorta Satén è quello che più mi è rimasto nel cuore o meglio dire quello che di più ne ha filtrato il mio fegato.
Quando le mie finanze erano a gonfie vele ne girava per la mia cantina, casse che ogni tanto mi procuravano direttamente dalle cantine della zona ad un prezzo... diciamo non folle.
La terra di Franciacorta è situata nella provincia di Brescia, i suoi limiti sono posti a nord dal lago d’Iseo e dalle colline di Brione, terra ricca di storia, di tradizioni gastronomiche ed
enologiche, un fazzoletto di terra baciato da dio, dove è possibile anche la coltivazione delle olive che producono un olio di oliva particolarmente pregiato e richiesto data la ristretta
produzione.
Si presenta di un colore giallo paglierino brillante, perlage minuto e persistente...
Emergono subito aromi dì vaniglia, e sentori floreali, ma quello che più mi piace è l'odore della crosta di pane che poi persiste e rimane nel retrogusto, Tendenzialmente si sente o per lo meno
si dovrebbe sentire in tutti i brut, ma nel franciacorta in modo particolare.
Per me l'ideale è come aperitivo, però se si vuol suddividere:
Brut, vino secco, indicato a tutto pasto, oppure accompagnando pesce e carne bianca, non indicato per i dolci.
Extra Brut, vino asciutto, ben si presta a cibi salati.
Dry o Sec, vino secco, appena morbido, indicato con formaggi molli.
Extra Dry, vino secco, delicato, ottimo con cibo salato e verdura grigliata, od al forno.
Demisec, vino dal gusto rotondo, morbido, ideale per i dolci.
Il vino spumante Franciacorta è un vino italiano ottenuto con metodo Franciacorta (similare al metodo classico o méthode champenoise dal francese Champagne), che prevede la rifermentazione in
bottiglia ed un affinamento non inferiore ai 18 mesi e la certificazione D.O.C.G..
Vengono impiegate uve bianche di Chardonnay, Pinot. La lenta rifermentazione ed il successivo affinamento in bottiglia, permettono al vino di ottenere caratteristiche organolettiche complete,
equilibrate, il vino prodotto non ha nulla da invidiare allo Champagne francese, per lo meno a quello di fascia media che ho assaggiato io.
Un piccolo appunto su come viene prodotto bisogna farlo, giusto per non confondere con altri vini:
Il metodo classico o champenoise è un processo di produzione di vino spumante che consiste nell'indurre la rifermentazione in bottiglia dei vini attraverso l'introduzione di zuccheri e lieviti
selezionati .
In questo modo il vino acquisisce la tradizionale pressione garantita dall'anidride carbonica prodotta dalla seconda fermentazione avvenuta in bottiglia.
Dopo un periodo di riposo avviene la fase del remuage: le bottiglie sono disposte su appositi cavalletti che tengono il collo più in basso rispetto al fondo della bottiglia; la continua rotazione
della stessa fa depositare le fecce dei lieviti esausti (che sono stati prodotti dalla fermentazione in bottiglia) sul tappo.
L'ultima fase della lavorazione consiste nel gelare il vino contenuto nel collo della bottiglia e nel togliere il tappo in modo che il deposito fuoriesca spinto dalla pressione. A questo punto il
vino viene rabboccato e chiuso con il tradizionale tappo a fungo e con una gabbietta metallica che evita che il tappo, sottoposto a una pressione, fuoriesca.
Questo vino non lo servirei direttamente su gentilpelle, qui servono calici tulipano e servirlo alla temperatura adeguata per apprezzarlo al meglio. La foto sta a rappresentare una variante
di degustazione a calice ampio con gattina prostrata a deliziare...
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