Cosa non è pazzia? Non è pazzia la vita stessa? Siamo come giocattoli con la carica, tutti quanti noi... Qualche
giro di chiavetta e, quando la molla si scarica, addio... Finché dura, camminiamo, ci agitiamo, facciamo progetti, eleggiamo le giunte comunali, tosiamo l'erba... Pazzia, ma sì, sicuro, cosa NON
É pazzia?
Bevvi il bicchiere di vodka d'un fiato, mi accesi una sigaretta. Quindi presi la coperta, per l'ultima volta, e mi misi a TAGLIARLA! Tagliai, tagliai, tagliai. La tagliai a brandelli, la feci a
pezzettini... Gettai i pezzetti nella bacinella. Posai la bacinella vicino alla finestra. Accesi il ventilatore, che mandasse fuori il fumo. Quando la fiamma cominciò a guizzare, andai in cucina
a versarmi un'altra vodka. Tornai di là. Il rogo ardeva bene, rosso e vivace. Bruciava come una qualsiasi strega di Boston, come qualsiasi Hiroscima, come qualsiasi amore, come qualsivoglia amore
mai, e io non mi sentivo bene, non mi sentivo affatto bene. Bevvi d'un fiato il secondo bicchiere di vodka, senza neanche sentirne il bruciore. Andai in cucina a versarmene un'altra, portai con
me il coltellaccio. Lo gettai nel lavandino. Stappai la bottiglia. Guardai di nuovo il coltello, sul lavandino. Sulla lama c'era una macchia di sangue.
Mi guardai le mani. Guardai, se mi fossi ferito. Le mani di Cristo eran mani bellissime. Guardai le mie mani. Neanche un graffio. Non un taglietto. Neppure una scalfittura.
Sentii le lacrime colarmi gin per le guance, strisciare pesanti come cose insensate senza gambe. Ero pazzo. Dovevo esser pazzo sul serio.
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