dream wrong
I veri presentimenti si formano a profondità che il nostro spirito non
visita. Perciò, a volte, ci fanno compiere atti che interpretiamo a
rovescio.
Mi credevo più tenero a causa della mia felicità e mi rallegravo di
saper Marta in una casa che i miei ricordi felici trasformavano in
talismano.
Uno uomo disordinato che sta per morire e non lo sa, mette
all'improvviso tutto in ordine intorno a se. Cambia vita: rassetta le
sue carte, si leva presto, si corica di buon'ora, rinunzia ai vizi. I
suoi familiari se ne rallegrano. Così la sua morte brutale sembra
ancora più ingiusta. Ora sarebbe vissuto felice.
Allo stesso modo la nuova calma della mia esistenza era la toletta del
condannato. Mi credevo migliore come figlio perché ne avevo uno. Ora,
la mia tenerezza mi riavvicinava a mio padre, a mia madre, perché
qualcosa in me sapeva che fra poco avrei avuto bisogno della loro
tenerezza.
Un giorno, alle dodici, i miei fratelli tornarono da scuola gridandoci
che Marta era morta.
Il fulmine che cade sopra un uomo è così subitaneo che egli non
soffre. Ma è un triste spettacolo per colui che lo accompagna. Mentre
io non sentivo nulla, il volto di mio padre si decomponeva. Allontanò
i miei fratelli. "Andate via," balbettò. "Siete pazzi, siete pazzi."
Io avevo la sensazione d'indurirmi, di raffreddarmi, di pietrificarmi.
Poi, come in un secondo si svolgono agli occhi d'un morente tutti i
ricordi di una vita, la certezza mi svelò il mio amore con tutto
quello che aveva di mostruoso. Perché mio padre piangeva, io
singhiozzavo. Allora mia madre mi prese nelle sue mani. Con gli occhi
asciutti, mi curò freddamente, teneramente, come se avessi la
scarlattina.
La mia sincope spiegò pei miei fratelli il silenzio della casa, nei
primi giorni. Nei giorni seguenti, non capirono più. Nessuno aveva mai
proibito loro i giochi rumorosi. Tacevano. Ma, a mezzogiorno, i loro
passi sulle lastre del vestibolo mi facevano perdere i sensi come se
avessero dovuto ogni volta annunziarmi la morte di Marta.
Marta! La mia gelosia la seguiva fin nella tomba, e io desideravo che
non ci fosse nulla dopo la morte. Allo stesso modo c'è insopportabile
che la persona che amiamo si trovi in numerosa compagnia in una festa
a cui non andiamo. Il mio cuore era nell'età in cui non si pensa
ancora all'avvenire. Sì, per Marta desideravo il nulla, piuttosto che
un mondo nuovo, dove raggiungerla un giorno.
La sola volta che vidi Giacomo fu qualche mese dopo. Sapendo che mio
padre possedeva degli acquerelli di Marta, desiderava vederli. Siamo
sempre avidi di sorprendere quel che riguarda gli esseri che amiamo.
Volli vedere l'uomo a cui Marta aveva accordato la sua mano.
Trattenendo il respiro e camminando in punta di piedi, mi dirigevo
verso la porta semichiusa. Arrivai giusto in tempo per sentire:
"Mia moglie è morta chiamandolo. Povero piccolo! E' la mia sola
ragione di vivere."
Vedendo quel vedovo così dignitoso e che dominava la sua disperazione,
capii che l'ordine, a lungo andare, si ristabilisce da sé intorno alle
cose. Non avevo forse or ora saputo che Marta era morta chiamandomi, e
che mio figlio avrebbe avuto un'esistenza ragionevole?
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